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− | |title=Facce Nuove | + | |title=Facce Nuove |
|author= Gian Paolo Giabini | |author= Gian Paolo Giabini | ||
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− | [[Facce Nuove | + | [[Facce Nuove]] is an interview (in Italian) by Gian Paolo Giabini originally published May 1999 in Rumore magazine Number 88, p.11. |
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− | === Facce Nuove | + | === Facce Nuove === |
{{boc|Ogni tanto frughiamo fra vecchi nastri e se scopriamo una melodia che ci fa sentire qualcosa, che ci rende nostalgici, la rielaboriamo. E' uno degli aspetti più importanti della musica di Boards Of Canada, perché per noi la musica deve essere introspettiva. Deve portare in sé un che di amaro, di riflessivo. Deve dare emozioni.}} Così '''Michael Sandison''' sintetizza quella che è la filosofia di Boards Of Canada, duo inglese che lo scorso anno, con Music Has The Right To Children e più di recente con Peel Sessions, è stato una delle sorprese più interessanti all'interno di quella scena ambient sempre meno visibile, sempre più "intelligente". Il segreto del loro "successo"? Una musica che, come spesso accade nei territori bazzicati da Warp (per cui incidono) e Rephlex (l'etichetta di Aphex Twin), è giocoso, ludica e allo stesso tempo geneticamente malinconica, fatta di semplici melodie per piano mandate in loop e poi incastonate fra loro secondo un criterio consequenziale matematico. Una musica che è flusso di ritmiche elaborate e spesso "distorte" alla maniera di Aphex Twin, ma in cui soprattutto, all'interno dell'evoluzione del suono, tutto confluisce teneramente, secondo un'inedita attitudine "intimista" che tinteggia con colori tenui la musica di Music Has The Right Io Children, lasciando che ogni cosa venga filtrata da un desiderio di emozionare ed emozionarsi e andando magicamente oltre le logiche del dance floor. Non avrebbe potuto essere altrimenti. Basta sapere da dove arrivano Michael e Marcus (Eoin) per capire questo posizionamento inusuale. Nel '92 infatti, dopo aver fatto parte di diversi progetti, iniziano a suonare regolarmente da soli, durante una serata (Redmoon) che si svolge tutti i mesi, fra le rovine di un monastero, in Scozia, lontano mille miglia dal fragore del dance floor. Tre anni dopo, nel '95, costituiscono uno studio in un bunker fra le colline di Petland, in Scozia, dove nascono i primi pezzi di Music Has The Right To Children. A parte questo isolazionismo fisico BOC confermano la loro lontananza dalla "dance" con un "modus operandi" che la dice lungo sulla propensione ad atmosfere crepuscolari ed armoniche che nulla hanno a che fare con la fisicità dei big-beat e della chemical generation. {{boc|Paradossalmente la maggior parte del tempo lo passiamo a lavorare sulle ritmiche}} dice '''Michael'''. {{boc|E' un lavoro di precisione tecnica con cui cerchiamo di creare dei suoni sporchi e "vecchi" che si avvicinino ai dischi degli anni 70. E' per questo che passiamo ore e ore a suonare noi stessi ritmiche o melodie per poi "degradarle". Infine, una volta fatto questo, passiamo alla melodia. Registriamo centinaia di micromelodie incomplete. Poi facciamo una selezione. Scegliamo quelle che ci piacciono di più e ci costruiamo attorno i pezzi, tenendo sempre ben presente un concetto; quello di filtrare mentalmente la musica, cercando di sentire suoni sinistri, in cui ci sia sempre un che di nostalgico, di malinconico.}} | {{boc|Ogni tanto frughiamo fra vecchi nastri e se scopriamo una melodia che ci fa sentire qualcosa, che ci rende nostalgici, la rielaboriamo. E' uno degli aspetti più importanti della musica di Boards Of Canada, perché per noi la musica deve essere introspettiva. Deve portare in sé un che di amaro, di riflessivo. Deve dare emozioni.}} Così '''Michael Sandison''' sintetizza quella che è la filosofia di Boards Of Canada, duo inglese che lo scorso anno, con Music Has The Right To Children e più di recente con Peel Sessions, è stato una delle sorprese più interessanti all'interno di quella scena ambient sempre meno visibile, sempre più "intelligente". Il segreto del loro "successo"? Una musica che, come spesso accade nei territori bazzicati da Warp (per cui incidono) e Rephlex (l'etichetta di Aphex Twin), è giocoso, ludica e allo stesso tempo geneticamente malinconica, fatta di semplici melodie per piano mandate in loop e poi incastonate fra loro secondo un criterio consequenziale matematico. Una musica che è flusso di ritmiche elaborate e spesso "distorte" alla maniera di Aphex Twin, ma in cui soprattutto, all'interno dell'evoluzione del suono, tutto confluisce teneramente, secondo un'inedita attitudine "intimista" che tinteggia con colori tenui la musica di Music Has The Right Io Children, lasciando che ogni cosa venga filtrata da un desiderio di emozionare ed emozionarsi e andando magicamente oltre le logiche del dance floor. Non avrebbe potuto essere altrimenti. Basta sapere da dove arrivano Michael e Marcus (Eoin) per capire questo posizionamento inusuale. Nel '92 infatti, dopo aver fatto parte di diversi progetti, iniziano a suonare regolarmente da soli, durante una serata (Redmoon) che si svolge tutti i mesi, fra le rovine di un monastero, in Scozia, lontano mille miglia dal fragore del dance floor. Tre anni dopo, nel '95, costituiscono uno studio in un bunker fra le colline di Petland, in Scozia, dove nascono i primi pezzi di Music Has The Right To Children. A parte questo isolazionismo fisico BOC confermano la loro lontananza dalla "dance" con un "modus operandi" che la dice lungo sulla propensione ad atmosfere crepuscolari ed armoniche che nulla hanno a che fare con la fisicità dei big-beat e della chemical generation. {{boc|Paradossalmente la maggior parte del tempo lo passiamo a lavorare sulle ritmiche}} dice '''Michael'''. {{boc|E' un lavoro di precisione tecnica con cui cerchiamo di creare dei suoni sporchi e "vecchi" che si avvicinino ai dischi degli anni 70. E' per questo che passiamo ore e ore a suonare noi stessi ritmiche o melodie per poi "degradarle". Infine, una volta fatto questo, passiamo alla melodia. Registriamo centinaia di micromelodie incomplete. Poi facciamo una selezione. Scegliamo quelle che ci piacciono di più e ci costruiamo attorno i pezzi, tenendo sempre ben presente un concetto; quello di filtrare mentalmente la musica, cercando di sentire suoni sinistri, in cui ci sia sempre un che di nostalgico, di malinconico.}} |
title | Facce Nuove |
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author | Gian Paolo Giabini |
publication | Rumore |
date | 1999/05 |
issue | 88 |
pages | p.11 |
Facce Nuove is an interview (in Italian) by Gian Paolo Giabini originally published May 1999 in Rumore magazine Number 88, p.11.
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