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I Colori Della Musica Elettronica

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title I Colori Della Musica Elettronica
author Beppe Recchia
publication Blow Up
date 2002/03
issue No.46
pages pp.24-27



"I Colori Della Musica Elettronica" is an interview (in Italian) by Beppe Recchia originally published Mar. 2002 in Blow Up magazine Number 46, pp.24-27.


Original Text

This is an original text copied verbatim from the original source. Do not edit this text to correct errors or misspellings. Aside from added wikilinks, this text is exactly as it originally appeared.

I Colori Della Musica Elettronica

"Nello spazio nessuno può sentirvi urlare, il che non è più tanto necessario ora che gli scienziati hanno scoperto che l'universo è una varietà di turchese. Ricercatori americani hanno rivelato che il colore medio, ovvero quello che si otterrebbe se tutta la luce visibile si mescolasse, è una tonalità verdognola compresa tra l'acquamarina ed il turchese. L'universo ha già attraversato il suo periodo blu, dominato da stelle giovani e attraversa attualmente la sua fase verde, che corrisponde sostanzialmente alla sua mezza età. Nella sua fase finale sarà il rosso a dominare."

(Jeevan Vasagar, And the colour of the universe is ... , venerdì 11 gennaio 2002, The Guardian)


E' con questa notizia che qualche giorno dopo la Warp decide di annunciare l'imminente pubblicazione di Geogaddi, nuovo album dei Boards of Canada. L'operazione, nel più classico stile dell'etichetta di Sheffield, fa scattare nei più attenti all'iconografia del duo scozzese almeno un paio di considerazioni: la prima è che tenendo conto dell'abbondante uso del turchese nelle copertine e nei titoli dei BoC, la notizia sembra quasi perfettamente artefatta; la seconda, più inquietante, è che, se si guarda la copertina di Geogaddi - dei bambini che fanno il girotondo intorno ad un albero in una scala cromatica che varia dal giallo al rosso - viene da chiedersi se questo non sia il loro album definitivo. Ed allora, prima che sia troppo tardi, raccontiamo la loro storia.


'Our friends and families hear all the music we write, and that's all that matters really.'


Il periodo blu


Mike Sandison (nato il 14 luglio1971) e Marcus Eoin (nato il 27 maggio 1973) si conoscono sin da bambini, quando, attraverso numerosi cambi di residenza delle rispettive famiglie, dal nord dell'Inghilterra sino allo stato dell'Alberta in Canada e ritorno, cominciano a suonare diversi strumenti e a mostrare una spiccata passione per i sintetizzatori ed i campionatori. I loro primi esperimenti fanno da commento a progetti visivi, documentari girati in modo casalingo con un super-8. E' proprio in omaggio al National Film Board of Canada, i cui filmati vengono avidamente consumati dai due e dal loro ristretto gruppo di amici, che l'originaria formazione prende il nome: è il 1986 e Marcus suona il basso, ma ciò che verrà negli anni successivi viene in un certo modo già anticipato dall'intreccio degli strumenti con i suoni emessi dai personal computers e con quelli catturati dalla radio e dalla televisione.

L'alone di mistero che avvolge l'attività dei primissimi BoC è spesso e denso: si dice che abbiano cambiato formazione quattordici volte, che abbiano costituito una vera e propria eccezione - difficile stupirsi, dato che un'affascinante anomalia lo sono ancora oggi - nel circuito live scozzese, dovendo conciliare le loro influenze che spaziavano da Cocteau twins a Front 242. con la necessità di dover far da supporto ad una serie quasi infinita di cover bands dedite al glam-rock, e che per evitare l'onta abbiano cominciato a mettere su autonomamente degli happenings all'aperto, dove accolti da enormi falò si presenziava a installazioni cinematografico-musicali in cui vecchi temi televisivi o filastrocche di infantile memoria venivano torturati da ritmi elettronici incalzanti o rivoltati con sovraincisioni di messaggi in backwards.

Quel che è certo è che nel 1989 i Boards of Canada sono ormai ridotti ad un nucleo essenziale di tre elementi - Mike, Marcus ed un certo Chris -, che decide di creare il proprio studio di registrazione, dal nome di Hexagon sun, nelle Pentland Hills nel nord-est della Scozia (l'aperta campagna che circonda Edinburgo). Per un lungo periodo registrano una messe di e.p. e di album per l'autofinanziata Music70, ma nessuno dei quali supera i ristretti confini del circolo familiare e delle amicizie; ricorda Mike, "Abbiamo fatto musica sin dai tempi della scuola negli anni '80 e nessuno l'ascolterà mai. I nostri amici e le nostre famiglie sono gli unici ad ascoltare tutto ciò che scriviamo e questo è ciò che davvero importa. C'è da rimanere senza parole per quanto materiale abbiamo su nastro."


'"Music Has The Right To Children" is a statement of our intention to affect the audience using sound.'


La fase turchese


Non proprio tutto rimane ignoto: nel 1996, Twoism, l'ennesimo lavoro a tiratura limitata finisce negli uffici dell'etichetta di Manchester Skam e le sue melodie malinconiche rette da partiture elettroniche asciutte e lente convincono Sean Booth degli Autechre a chiamare nella stessa giornata Marcus e Mike - che nel frattempo sono rimasti un duo.

Ciò che vien fuori da questo incontro è Hi-scores, un e.p. che in realtà è più un mini (sei tracce per circa trenta minuti) che mostra compiutamente l'estetica BoC: una scrittura semplice e allo stesso efficace che mescola hìp-hop sottile a rimandi della prima ondata elettro (Nlogax), ma su cui sovrasta una immensa capacità melodica che li pone una spanna sopra il mucchio. Che il gruppo sia già maturo è testimoniato dalla presenza del futuro classico Turquoise hexagon sun (poi ripreso nell'album di debutto) e della lunga e finale Everything you do is a balloon, che dà la sensazione di trasvolare l'oceano a cavallo di un pallone aerostatico.

Difficile trovare una categoria o un'etichetta; troppo agitate le acque più profonde dei brani per essere ambient, ma anche troppo morbidi e onirici per essere techno. Anche per questo i BoC diventano 'proprietà bollente' ed il loro 1997 è caratterizzato da un'attività frenetica: partecipazioni ad una serie di e.p. a tiratura limitata - non si superano le 200 copie - edita congiuntamente con il nome MASK dalla Skam e dalla tedesca Musik Aus Strom (per la quale incidono tanto sotto il nome BoC quanto sotto l'alter ego Hell lnterface), l'immancabile manipolo di remix, e molti concerti con Autechre, Plaid e Seefel, e finanche l'apparizione al festival di Phoenix in estate.

Nel febbraio 1998, dopo alcuni mesi di voci insistenti, la Warp conferma di aver messo i Boards of Canada sotto contratto. Così, dopo la pubblicazione di una tiratura rigorosamente limitata su 7" del brano Aquarius, nell'aprile arriva finalmente Music has the right to children. Qualunque iperbole abbiate letto al riguardo, è pienamente giustificata: Music è tanto in termini di qualità assoluta, quanto per capacità di influenzare i movimenti della scena elettronica - mi correggo, della scena e basta; pensate ai Radiohead - uno dei dischi fondamentali del decennio trascorso.

Marcus e Mike rifiniscono gli spunti originali presenti in Hi-scores e mettono a punto una lunga opera di sessantatrè minuti che attraversa le balbuzie sincopate e un po' sinistre di Telephasic workshop, le trasmissioni lunari di Sixtyten, i gorghi ripetitivi di Rue the whirl, alternandosi ad abbozzi sonori che difficilmente superano il minuto e che spesso devono essere annoverati tra le cose migliori del disco. Su questi ultimi, in particolare, Mike sottolinea come "stiamo cercando di comporre in maniera orizzontale, quando è così scontato scrivere aggiungendo e togliendo cose che poi ritornano. Comprendiamo perfettamente il principio per cui se inserisci qualcosa di affascinante in un brano una volta sola costringerai chi ascolta a far partire di nuovo il disco per poterlo riascoltare. E' come quel passaggio di Strawberry fields dove c'è una vocina che dice 'I buried Paul' ed è così nascosta, eppure percepibile, che ti chiedi se l'hai immaginata o se è solo sulla tua copia del disco".

Qualcuno la chiamerà stregoneria, ma rifinendo la propria arte, il duo sembra essere diventato quasi superfluo alla sua epifania: è come se le macchine si animassero e comunicassero senza tramite umano. E' questa forse la ragione per cui Music has the right è così impersonale - niente foto, e neppure le immagini dei bambini in copertina hanno definite sembianze - e personale insieme, perché è l'ascoltatore a decifrarlo e caricarlo di contenuti, grazie alla complicità di frammenti vocali o brevi messaggi. La rivendicazione del diritto all'immaginazione (il reato di cui la censura potrebbe accusare i BoC, come suggerito nella chiusura di One important thought) viene immediatamente recepito dalla stampa specializzata, che dopo avergli giustamente tributato quasi ovunque il titolo di disco del mese e poi dell'anno, nel caso dell'inglese NME, lo inserisce anche nell'elenco dei 25 dischi psichedelici di tutti i tempi (per la cronaca, il primo è Tomorrow never knows dei Beatles).


Epilogo: verso la fase rossa


E poi? Come si fa a dare il seguito a uno dei dischi più acclamati di sempre? Il rischio è quello di avvolgersi su se stessi e finire come i My bloody valentine, ancora alla ricerca del suono perfetto senza che una sola nota abbia visto la luce negli ultimi dieci anni. E' quello che evidentemente devono aver passato anche i nostri se cor rispondono al vero le voci che li hanno dati in studio di registrazione sin dall'estate del 1998 per un fatidico secondo album prima annunciato per l'inizio del 1999 e poi a cadenza costante rinviato a data indefinita.

Le uscite si sono fatte sempre più rarefatte: prima la pubblicazione della Peel session registrata per il programma di Radio One nel giugno 1998 e giudicata dallo stesso Peel come 'eccellente', ma che in realtà poco aggiunge alla conoscenza del duo scozzese, se non la possibilità di recuperare una Happy cycling altrimenti destinata al mercato dei collezionisti (e a brano di chiusura della versione americana di Music has the right to children), poi il contributo agli album per i 10 anni della Warp. Infine, più di un anno fa un nuovo e.p., In a beautiful piace out in the country, che piuttosto che soddisfare gli appetiti ha finito per alimentarli a dismisura, rappresentando il momento più caldo dell'intera discografia. I frammenti vocali si fanno quasi canto nella title-track ed aggiungono una nuova dimensione al contrasto ritmica/melodia del passato; i brani si allungano e sembrano poter durare all'infinito, come un sogno celestiale e visionario (Zoetrope, Kid for today).

Non conosco nessuno che non abbia ascoltato l'e.p. almeno quattro volte di fila appena acquistato, ipnotizzato da quella che Mike chiama 'il potere emotivo della melodia'. E di ipnosi e magia ha parlato anche chi è riuscito a vederli trionfare all'edizione 2001 dell' All Tomorrow's parties, dove ad aggiungere mistero c'erano lunghi drappi neri calati sulla strumentazione del palco. Pochi fortunati, quelli. Ma ora, se state leggendo questo articolo, ascoltando Geogaddi, come io sto facendo, fortunati anche noi. The wait is over.


Discografia


Hi-scores (SKA008, SKAM 1996)

Music has the right to children (WARP55, WARP 1998)

Peel session (WAP114, Warp 1999)

lnabeautifulplaceoutinthecountry (WAP144, WARP 2000)

Geogaddi (WARP101, WARP 2002)


Le dichiarazioni di Mike Sandison sono tratte da un'intervista rilasciata al sito www.xlr8r.com


L'intervista


Era il caso che anche i diretti interessati dicessero al loro; e così, con un breve e veloce scambio di posta elettronica, queste le opinioni e le rivelazioni dei due Boards of Canada.


L'uscita di Geogaddi è stata più volte annunciata e altrettante volte rinviata. Perfezionismo o pressione?
Mike: Direi che è tutta colpa del nostro essere perfezionisti, visto che in questi anni abbiamo registrato una quantità enorme di tracce per fermarci solo quando il disco ci è sembrato che suonasse finalmente compiuto. Non ci piace lavorare con delle scadenze, pensiamo che sia deleterio per la nostra musica; così siamo andati avanti fino a quando non ci siamo sentiti appagati dai risultati. Le uniche pressioni sono venute da noi stessi: quando siamo concentrati sul lavoro, ci riesce difficile immaginare persino che qualcun altro, oltre noi, possa ascoltare le cose che stiamo registrando.


Music has the right to children ha avuto come effetto collaterale la nascita di una nuova moda: l'elettronica organica. Che ne pensate?
Marcus: E' tutt'altro che un dato negativo, credo, se serve a trasmettere l'idea che si possa fare un uso sporco ed irregolare dell'elettronica, o per creare musica che non sia semplicemente destinata a far ballare. Riceviamo moltissima musica da nuovi artisti e ci piace ascoltare tutto, alcune di queste cose sono a dir poco grandiose. Ma è anche vero che ormai si comincia a scegliere questa direzione forse più preoccupati di ottenere una innocua imitazione di suoni alla moda, che per privilegiare le melodie. Anzi, direi che la gran parte di queste produzioni è proprio carente quanto a melodia, che per noi rimane l'elemento più importante da ricercare.


Che dischi avete ascoltato durante la lavorazione di Geogaddi?
Mike: Negli ultimi due anni ci siamo appassionati soprattutto all'hip-hop melodico e superintelligente dei Clouddead e dei gruppi Anticon. Dose One è un amico e si parla spesso di fare un disco insieme. Abbiamo anche ascoltato molto materiale di etichette come Western Vinyl e Temporary Residence Limited, specializzate in gruppi con un suono di chitarra minimale e poetico, penso a Sonna, Tarentel, Bonny Billy. E poi c'è un gruppo assolutamente incredibile, si chiamano Aspera, e sembrano una rock band psichedelica degli anni '60 trasportata negli anni '80. A parte questi, abbiamo rispolverato dischi più vecchi, come quelli di Joni Mitchell e Scott Walter, purchè si trattasse sempre di musica minimale, psichedelica, con delle chitarre un po' sognanti.


Nei vostri dischi non mancano mai riferimenti all'infanzia e alla natura. Possiamo definirla come una intima nostalgia o come il desiderio di recuperare una innocenza perduta?
Mike: Credo che, come adulti, percepiamo di aver per sempre perso quello stupore tipicamente infantile, che cerchiamo di ritrovare anche se solo temporaneamente nella nostra musica. L'infanzia è uno spazio transitorio ed effimero della vita di ognuno: anche i tuoi fratelli o le tue sorelle li conoscerai da molto più tempo come adulti che come bambini; perciò è come se quei bambini che conoscevi fossero andati perduti da qualche parte e sostituiti con esseri adulti. Cerchiamo di creare della musica che anche per poco riesca a sintonizzarsi con il luogo dove quei bambini sono andati a finire e ne riusciamo a captare debolmente i loro suoni, disturbati dalle interferenze.


I vostri brani riescono a funzionare a molteplici livelli di ascolto. Come vengono costruiti?
Marcus: Di solito è la melodia a venire prima, e a questa poi aggiungiamo una struttura ritmica, anche se a volte il procedimento è stato inverso. In ogni caso, il passaggio successivo è quello di 'immaginare' i dettagli del brano e quindi di nasconderli e confonderli nella musica.


Sono insistenti le voci per cui usereste messaggi subliminali. Solo voci o credete nella possibilità di manovrare le menti di chi vi ascolta?
Marcus: Se sei nella posizione in cui i tuoi dischi finiscono nelle mani di migliaia di persone che li ascolteranno ripetutamente, a un certo punti ti viene da pensare 'Cosa potremmo fare con questo brano? Potremmo sperimentare con quest'altro ... '. Allora, abbiamo provato ad aggiungere elementi che fossero altro rispetto alla musica. Alcune volte abbiamo incluso voci per verificare se facessero scattare delle associazioni di idee, e altre volte abbiamo anche progettato la struttura di alcuni brani secondo regole che non fossero consciamente riconoscibili. Su Geogaddi, ad esempio, The Devil ls In The Details ha un riff che ripropone in musica un'equazione. Magari non significherà molto per nessuno, ma trovo che sia interessante anche solo il fatto di provarci.


Allora ammettete che una vostra arma segreta è l'uso dei numeri di Fibonacci.
Mike: No, ci capita di farlo di tanto in tanto. La serie Fibonacci, utilizzata da altri artisti in passato per raggiungere il bello in pittura o in architettura, è solo una delle equazioni che abbiamo impiegato per scrivere melodie, anche perchè ricorre assai spesso in natura, dalle foglie di felce ai gusci delle lumache. Ma nonostante che alcune melodie siano basate su principi matematici ed equazioni, assai più spesso il nostro modo di comporre è tradizionale e prende spunto dalla nostra immaginazione.
Il finale di Music has the right to children insinuava che ci fosse qualcosa sul disco passibile di censura. Di che si trattava?
Marcus: Era solo un modo divertente di affermare qualcosa di serio sulla censura. Ci piace sperimentare e vedere sino a che punto si possano mimetizzare voci e messaggi così che sarebbe molto difficile per gli eventuali censori dimostrare le loro tesi. La libertà di espressione è un argomento che ci sta molto a cuore.


Geogaddi reca accanto al marchio Warp quello di Music70, che è anche la vostra casa di produzione cinematografica. li disco avrà dunque un accompagnamento video?
Mike: C'è la possibilità che un paio di brani, magari in una versione diversa da quella in cui compaiono nel disco, diventino l'ossatura di un cortometraggio. Ma stiamo attualmente lavorando anche su altri progetti visivi. Vedremo.



A lato (p.26)


I Boards Of Canada sono un altro esempio di quella confluenza stilistica che ha portato l'elettronica degli anni '90 ben oltre i confini del dancefloor ... ... ma non si tratta di musica dance che ha cercato un mezzo espressivo per allargare il bacino d'utenza oltre gli amanti della pista. Le radici dei Boards Of Canada appaiono subito più intellettuali e sofisticate rispetto a quelle dei gruppi house e techno che dominano i club di inizio decennio. L'etichetta che pubblica il loro esordio su album è la Warp: inevitabilmente il primo riferimento obbligato è proprio lo stile tipico della label, quella famosa intelligent techno (un neologismo piuttosto infelice, in definitiva) che agli inizi del decennio ha marcato in modo decisivo l'elettronica inglese e lascerà ai posteri opere memorabili di Black Dog, LFO e Nightmares On Wax, per citare solo i nomi più famosi. La Warp nella seconda metà degli anni '90 non è però più all'avanguardia come nel precedente lustre. I suoi nomi di punta non hanno avuto un ricambio sufficiente e perfino fuoriclasse come gli Autechre (per molti versi il riferimento più evidente per i BOC) cominciano ad avere qualche difficoltà a rinnovarsi. La label di Sheffield comincia allora proprio con i Boards Of Canada quel percorso di revisione stilistica 'che la porterà, nel 2001, a farle addirittura incide're gli esordi di Vincent Gallo o di Prefuse 73. E qui arriva il punto sulla musica dei Boards Of Canada. Non si tratta più di sola techno, cosa che non sembra così evidente di primo acchito, ma che costituirà l'importanza futura di "Music Has The Right To Children". Le radici e le sonorità sono elettroniche, questo sì, ma emerge in qualche modo un contesto più aperto, dove il suono sembra espandersi nello spazio - e non nel tempo circolare scandito dall'iteratività ritmica. Più che un groove, c'è una dimensione dilatata e a più ampio respiro che non è talvolta dissimile da quella messa in atto da molti gruppi di area post rock; tant'è vero che anche il pubblico normalmente più interessato all'indie rock che non a proposte dance finisce col ravvedere in quella musica elementi di interesse. Succede che l'elettronica viene messa al servizio di un concetto che si evolve diversamente rispetto alle musiche di matrice essenzialmente ritmica. Finora nella musica elettronica il beat è stato fondamentale, anche quando l'approccio è di ristrutturarlo in funzione di obiettivi che vanno al di là del dancefloor: vedi il caso del trip hop, che rallenta e rende esplicitamente musicale l'asciuttezza e il minimalismo dell'hip hop. I Boards Of Canada, al contrario, iniziano ad utilizzare tecniche e modalità sonore che sono normalmente appannaggio della musica di campionatori e sequencer per creare atmosfere astratte, spaziali, quasi surreali - e non per forza strutturate attorno al ritmo, che per quanto sia complesso e articolato non è mai il conduttore principale della musica, al contrario ricca di tastiere sognanti, suggestioni melodiche, atmosfere sospese. Quindi elettronica sì, ma senz'altro più quella che lega il kraut rock alla ambient di fine anni '80, che nori quella della generazione house. "Music Has The Right To Children" è un disco imperfetto, ancora in sospeso tra una continuità con la techno dei primi '90 e la sua successiva evoluzione; ma rimane di grandissima importanza nell'elettronica di fine millennio, quasi confrontabile con quella avuta da "Moon Safari" degli Air, anch'esso del '98. In dischi come quello ci sono le radici del suono che definimmo qualche mese or sono easytronica: l'evoluzione del nuovo downtempo, sempre più slegata dalle imposizioni ritmiche dell'hip hop, forte melodicamente, ricca di atmosfere psichedeliche e di grande suggestione. Per i Boards Of Canada, è tempo di confermarsi un gruppo adulto dell'elettronica del nuovo secolo. Bizarre


Translated text

Note: translation provided by Orbited insanitarium[1]


The Colors Of Electronic Music


"In space no one can hear you scream, which the universe is a variety of turquoise. American researchers have revealed that the average color, that is, the one that would be obtained if all visible light were mixed, is a greenish hue between aquamarine and turquoise. The universe has already gone through it's blue period, dominated by young stars, and is currently in it's green phase, which basically corresponds to it's middle age. In it's final phase, red will dominate"


It is with this news that a few days Warp decides to announce the imminent release of Geogaddi, the new boards of canada album. The operation, in the most classic style of the Sheffield label, triggers at least a couple of considerations in the most attentive to the iconography of the Scottish duo: the first is that taking into account the abundant use of turquoise in the covers and titles of the BoC, the news seemed almost perfectly artificial; the second, more disturbing, is that, if you look at the cover of Geogaddi - of children who go around a tree in a chromatic scale that varies from yellow to red - one wonders if this is not their definitive album. And then, before it's too late, lets tell their story.


Mike Sandison (born July 14, 1971) and Marcus Eoin (born May 27, 1973) have known each other since childhood. when, through numerous changes of residence of their respected families, from the north of England to the state of Alberta in Canada and back, they begin to play different instruments and show a strong passion for synthesizers and samplers. Their first experiments comment on visual projects, documentaries shot in a home way with a super-8. It is in homage to the National Film Board of Canada, whose films are eagerly consumed by the two and their small group of friends, that the original formation takes it's name: it is 1986 and Marcus plays the bass, but what will come in the following years it is in a certain way already anticipated by the intertwining of instruments with the sounds emitted by personal computers and with those captured by radio and television. The halo of mystery that surrounds the activity of the very first BoCs is thick and dense: it is said that they have changed formation fourteen times, that they have been a real exception - hard to be surprised, given that a fascinating anomaly they still are today - in the Scottish live circuit, having to reconcile their influences ranging from the Cocteau twins to Front 242. With the need to support an almost infinite series of cover bands dedicated to glam-rock, and that to avoid the shame they started to autonomously set up outdoor happenings, where greeted by huge bonfires, he attended film-musical installations in which old television themes or nursery rhymes of childhood memory were tortured by pressing electronic rhythms or turned over with over-insisting of messages in the backwards. What is certain is that in 1989 the Boards of Canada are now reduced to an essential core of three elements - Mike, Marcus and a certain Chris -, who decides to create his own recording studio. called Hexagon sun, in the Pentland Hills in north-east Scotland (the open countryside surrounding Edinburgh). For a long time they recorded a harvest of e.p and albums for the self-financed Music70, but none of which went beyond the narrow confines of the family circle and friendships; recalls Mike, "We've been making music since school in the 1980s and no one will ever listen to it. Our friends and families are the only ones who hear everything we write and that's what we really matters. We must remain speechless for how much material we have on tape"


The turquoise phase


Not everything remains unknown: in 1996, Twoism, yet another limited edition work ends up in the Manchester Skam label and it's melancholy melodies supported by dry and slow electronic scores convince Sean Booth of Autechre to call Marcus on the same day and Mike - who have remained a duo in the meantime. What comes out of this meeting is Hi-scores, an ep that is actually more of a mini (six tracks for about thirty minutes) that fully shows the BoC aesthetic: a simple yet effective writing that mixes subtle hi-hop. To references to the first electro wave (Nlogax), but on which an immense melodic capacity dominates that puts it a notch above the pile. That the group is already mature is evidenced by the presence of the future classic Turquoise hexagon sun (later reprised in the debut album) and the long and final Everything you do is a balloon, which gives the sensation of flying across the ocean on a air balloon. Difficult to find a category or a label; the deepest waters of the songs are too agitated to be ambient, but also too soft and dreamlike to be techno. Also for this reason BoC became 'hot property' and their 1997 was characterised by a frenetic activity: participation in a series of limited edition EPs - no more than 200 copies - published jointly with the name MASK by Skam and the German company. Musik aus Strom (for which they record both under the name BoC and under the alter ego Hell Interface), the inevitable handful of remixes, and many concerts with Autechre, Plaid and Seefel, and even the appearance at the phoenix festival in summer. In Febuary 1998 after a few months of persistent rumours, Warp confirms that is has signed the Boards of Canada. So, after the publication of a 7 "edition of the song Aquarius, Music has the right to children finally arrives in April. Any hyperbole you have read about it is justified: Music is as much in terms of absolute quality as it is for the ability to influence the movements of the electronic scene - I correct myself, of the scene and that's it; think of Radiohead - one of the fundamental records from the past decade. Marcus and Mike refine the original ideas present in Hi-scores and develop a long work of sixty-three minutes that crosses the syncopated and somewhat sinister stammering of Telephasic workshop, the lunar transmissions of Sixtyten, the repetitive eddies of Rue the whirl, alternating to sound sketches that hardly exceed one minute and that often must be counted among the best things on the record. On the latter, in particular, Mike underlines how "we are trying to compose horizontally, when it is so obvious to write by adding and removing things that then come back. We perfectly understand the principle that if you insert something fascinating into a song only once you will force who listens to play the record again to be able to listen to it again. It's like that passage in Strawberry fields where there's a little voice that says 'I Buried Paul' and it's so hidden, yet audible, that you wonder if you imagined it or if it's only on your copy of the disk ". Some call it witchcraft, but by refining their art, the duo seems to have become almost superflou at their epiphany: it is as if the machines come to life and communicate without a human link. This is perhaps the reason the images of children on the cover have defined appearance - and personal at the same time, because it is the listener who decrypts it and loads it with content, thanks to the complicity of vocal fragments or short messages. The claim of the right to the imagination (the offence of which the censors could accuse the BoC, as suggested in the closing of One important thought) is immediately acknowledged by the specialised press, which dope having rightly paid him the title of album of the month and then of the year almost everywhere, in the case of English NME, he also inserts it in the list of 25 psychedelic discs of all time (for the record, the first is Tommorow never knows of the Beatles).


Epilogue: towards the red phase


Then? How do you follow up one of the most acclaimed records ever? The risk is to wrap around themselves and end up like My Bloody Valentine, still looking for the perfect sound without a single note having seen the light in the last ten years. It is what evidently our people too must have gone through if the rumours that given in the recording studio since the summer of 1998 for a fateful second album first announced for the beginning of 1999and then on a constant basis must have passed. Postponed to an indefinite date. The releases have become increasingly rarefied: first the publication of the peel session recorded for the Radio One program in June 1998 and judged by Peel himself as 'excellent', but which actually ads little to the knowledge of of the Scottish duo, if not the possibility of recovering a Happy cycling otherwise destined for the collectors market (and closing track of the American version of Music has the right to children), then the contribution to the albums for the ten years of Warp. Finally, more than a year ago a new e.p., in a beautiful place out in the country, which rather than satisfying appetites ended up feeding them out of all proportion. Representing the hottest moment of the entire discography. The vocal fragments are almost singing in the title track and add a new dimension to the contrast rhythmic / melodic of the past: the songs get longer and seem to be able to last indefinitely, like a celestial and visionary dream (Zoetrope, Kid for today). I don't know anyone who hasn't listened to the e.p. at least four times in a row just purchased., mesmerised by what Mike calls 'the emotional power of melody'. And those who managed to see them triumph at the 2001 edition of the All tommorows parties also talked about hypnosis and magic, where to add mystery there were long black drapes lowered over the stage equipment. A few lucky ones. But now, if you are reading this article, listening to Geogaddi, as I am doing, lucky us too. The wait is over.


The interview


It was the case that even those directly concerned told theirs; and so, with a short and quick exchange of e-mails, these are the opinions and revelations of the two Boards of Canada.


The release of Geogaddi has been announced several times and as many times postponed. Perfectionism or pressure?


"Mike: I would say it's all the fault of our being perfectionists, since in recent years we have recorded a huge amount of tracks to stop only when the record seemed to us to finally sound complete. We don't like working with deadlines, we think it's bad for our music; so we felt apaggerated by the results. The only pressures came from ourselves: when we are focused on work, it is difficult for us to even imagine that anyone other than us could hear the things we are recording."


Music has the right to children has had a side effect, the birth of a new fashion: organic electronics. What do you think?


Marcus: It is far from a bad thing, I think, if it serves to convey the idea that you can make dirty and irregular use of electronics, or to create music that is not simply meant to make you dance. We get a lot of music from new artists and we love to hear everything, some of these things are nothing short of great. but it is also true that by now we are starting to choose this direction, perhaps more concerned with obtaining a harmless imitation of fashionable sounds, than with favoring melodies. Indeed, i would say that most of these productions are really lacking in terms of melody, which for us remains the most important element to search for.


What discs did you listen to while making Geogaddi?


Mike: In the last couple of years we have mostly been passionate about melodic and super-smart hip-hop from Clouddead and Anticon bands. Dose one is a friend and we often talk about making a record together. We also listened to a lot of material from labels such as western vinyl and temporary Residence Limited, specialized in groups with a minimal and poetic guitar sound, I think of Sonna, Tarentel, Bonny Billy. And then there is an absolutely incredible group, called Aspera, and they look like a psychedelic rock band from the 60s transported to the 80s. Aside from that, we've dusted off older records, like those by Joni Mitchell and Scott Walter. As long as it was always minimal, psychedelic music, with some dreamy guitars.


Your records never lack references to childhood and nature. Can we define at as an intimate nostalgia or as the desire to recover a lost innocence?


Mike: I think, as adults, we feel that we have lost forever that typically childish stupor, which we try to find even if only temporarily in our music. Childhood is a transitory and ephemeral space in everyone's life: even your brothers or sisters you will know them for much longer as adults than as children; therefore it is as if those children you knew have been lost somewhere and replaced with adult beings. We try to create music that even briefly manages to tune in to the place where those children have ended up and we can faintly pick up their sounds, disturbed by interference.


Your songs manage to function at multiple listening levels. How are they built?


Marcus: Usually it's the melody that comes first, and then we add a rhythmic structure to that, even if sometimes the process has been reversed. In any case, the next step is to 'imagine' the details of the song and then hide and mix them in the music.


Rumours are persistent that you would use subliminal messages. Only rumours or do you believe in the possibility of manipulating the minds of those who listen to you?


Marcus: If you are in the position where your records end up in the hands of thousands of people who will listen repeatedly, at some point it makes you think 'What could we do with this song? We could experiment with this one...'. So, we tried to add elements that were other than the music. Sometimes we include voices to see if they triggered associations of ideas, and other times we also designed the structure of the some pieces according to rules that were not consciously recognizable. On Geogaddi, for example The Devil Is In The Details has a riff that re-proposes an equation in music. It may not mean much to anyone, but I find it interesting just to try.


Then admit that one of your secret weapons is the use of fibonacci numbers.


Mike: No, we happen to do this from time to time. The Fibonacci series, used by other artists in painting or architecture, is just one of the equations we used to write melodies, also because it occurs very often in nature, from fern leaves to snail shells. But despite the fact that some melodies are based on mathematical principles and equations, much more often our way of composing is traditional and is inspired by our imagination.


The finale of Music has the right to children insinuated that there was something on the record that could be censored. What was it about?


Marcus: It was just a funny way of saying something serious about censorship. We like to experiment and see to what extent voices and messages can be camouflaged so that it would be very difficult for any censors to prove their thesis. Freedom of expression is a matter of great concern.


Geogaddi bears next to the Warp brand that of Music70, which is also your film production house. Will the disc have a video accompaniment then?


Mike: There is the possibility that a couple of songs, perhaps in a different version from the one they appear on the record, become the backbone of a short film. But we are currently working on other visual projects as well. We will see.

Side (p.26)

The Boards of Canada are another example of that stylistic confluence that took 1990s electronics far beyond the confines of the dance floor... ...but it is not about dance music that has sought an expressive means to broaden the catchment area beyond the lovers of the track. The roots of the Boards of Canada immediately appear more intellectual and sophisticated than those of the house and techno groups that dominated the early twentieth century clubs. The label that publishes their debut album is Warp: inevitably the first obligatory reference is precisely the typical style of the label, the famous one intelligent techno (a rather unfortunate neologism, ultimately) which at the beginning of the decade decisively marked English electronics and will leave to posterity memorable works of Black dog, LFO and Nightmares On Wax, to name only the most famous names. The Warp in the second half of the 90s, however, is no longer avant-garde as in the previous decade. It's top names have not had a replacement sufficient and even champions like Autechre (in many ways the most evident reference for BOCs) they begin to have some difficulty in renewing themselves. The Sheffield label are starting to have some difficulties in renewing. The Sheffield label then begins precisely with the Boards of Canada that stylistic revision process 'that will lead it, in 2001, to make them even record the debuts of Vincent Gallo or Prefuse 73. And here comes the point about the Boards' music of Canada. It is no longer just techno, which doesn't seem so obvious at first glance, but which will constitute the future importance of "Music Has The Right To Children". The roots and sounds are electronic, yes, but somehow a more open context emerges, where the sound seems to expand in space - and not in a circular time marked by rhythmic iteratively. More than a groove, there is a dilated and broader dimension that is sometimes not dissimilar from that put in place by many post rock groups; so much so that even the public normally more interested in indie rock than in dance proposals end up seeing elements of interest in that music. It happens that the electronic beat was fundamental, even when the approach is to restructure it according to objectives that go beyond the dancefloor: see the case of trip hop, which slows down and makes dryness and minimalism explicitly musical. Hip hop. The Boards of Canada, on the contrary, began to use techniques and sound modes that are normally the prerogative of the samplers and sequencers to create abstract, spatial, almost surreal atmospheres - and not for structured around the rhythm, which, however complex and articulated, is never the main conductor of the music, on the contrary full of dreamy keyboards, melodic suggestions, suspended atmospheres. So electronic, yes, but certainly more the one that binds krout rock to the ambient of the late 80s, rather than that of the house generation. "Music Has The Right To Children" is an imperfect record, still in suspense between a continuity with the techno of the early 90s and it's subsequent evolution; but it remains of great importance in end-of-the-millennium electronics, almost comparable to that of Air's "Moon Safari", also from 1998. In records like that there are the roots of the sound we defined easytronica a few months ago: the evolution of the new downtempo, increasingly disconnected from the rhythmic imposition of hip hop, melodically strong, rich in psychedelic atmospheres and of great suggestion. For the Boards of Canada, it is time to confirm themselves as an adult group of twentieth century electronics. Bizarre.


Scans


Highlights


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References

  1. https://www.twoism.org/forum/viewtopic.php?p=302224#p302224